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Venetoclax e agenti ipometilanti in ottantenni e novantenni con leucemia mieloide acuta

Articolo originale: Madarang E, et al. Venetoclax and hypomethylating agents in octogenarians and nonagenarians with acute myeloid leukemia. Blood Neoplasia 2024; 1: 100016

In questo studio è stata condotta un'analisi retrospettiva multicentrica sul trattamento con venetoclax (VEN) e agenti ipometilanti (HMA) in 154 pazienti con leucemia mieloide acuta (AML) molto anziani (età mediana 82 anni, range 80–92), trattati tra marzo 2015 e aprile 2022 (83% con azacitidina, 17% con decitabina). Le principali caratteristiche dei pazienti e l’outcome sono riassunti nella Tabella 1: la maggior parte aveva una leucemia di nuova diagnosi (77%) e rischio avverso (53%).

 

 

 Pazienti (n=154)

N (%)

No CRc

CRc

p value

Mediana di sopravvivenza

p value

Tutti i pazienti

154 (100%)

51 (33%)

87 (56,5%)

-

Risposta

NA

<0,001

Remissione completa (RC)

63 (41%)

-

63 (100%)

13,8m

NO RC

65 (42%)

-

20 (31%)

6,3m

ECOG

0,1

0,01

0-1

105 (68%)

38 (36%)

60 (57%)

-

2

34 (22%)

10 (29%)

20 (12%)

3+

12 (8%)

3 (25%)

6 (50%)

-

Stato della malattia

0,008

 

0,13

Nuova diagnosi

66 (43%)

13 (19%)

48 (73%)

10,2m

Precedente MDS

52 (34%)

22 (42%)

25 (48%)

6,4m

Recidivata/refrattaria

15 (10%)

6 (40%)

5 (33%)

9,2m

Precedente trattamento HMA

0,001

 

0,7

Si

48 (69%)

25 (52%)

17 (35%)

6,9m

No

48 (31%)

26 (25%)

70 (66%)

5,3m

VEN dose primo ciclo

0,058

100

15 (10%)

3 (20%)

11 (73%)

200

12 (8%)

5 (42%)

6 (50%)

400

99 (64%)

34 34%)

58 (59%)

600

9 (6%)

4 (44%)

5 (56%)

VEN durata primo ciclo

0,003

 

0,87

<28 giorni

25 (16%)

10 (40%)

12 (48%)

10,5m

=28

116 (75%)

38 (32%)

71 (61%)

8,4m

<0,0001

 

0,49

 ≤7 giorni

6 (4%)

4 (67%)

-

7,9m

8–14 giorni

11 (7%)

3 (27%)

7 (64%)

18,3m

15–21 giorni

8 (5%)

3 (38%)

5 (63%)

9,2m

>21 giorni

116 (75%)

38 (33%)

71 (61%)

8,4m

Rischio ELN17

0,048

 

0,014

Favorevole

12 (8%)

1 (8%)

11 (92%)

Not reached

Intermedio

51 (33%)

17 (33%)

31 (61%)

10,5 m

Avverso

82 (53%)

31 (38%)

41 (50%)

7,6 m

Cariotipo complesso

0,035

 

0,0004

No

99 (64%)

32 (32%)

61 (62%)

9,5m

Si

43 (28%)

17 (39%)

20 (46%)

6,3m

TP53 mutato

0,038

 

0,001

No

109 (71%)

34 (31%)

68 (62%)

9,2m

Si

31 (20%)

12 (39%)

14 (45%)

6,4m

IDH 1-2

0,16

No

114 (74%)

41 (36%)

64 (56%)

-

Si

27 (17%)

7 (26%)

17 (63%)

-

NPM1 mutato

0,024

 

 

No

125 (81%)

44 (35%)

69 (55%)

-

Si

17 (11%)

3 (17%)

14 (82%)

-

FLT3 mutato

0,007

0,43

No

128 (83%)

44 (34%)

73 (57%)

 

7,8m

Si

23 (15%)

7 (30%)

14 (61%)

 

12,2m

Mediana di sopravvivenza

8,1m

4,1m

13,2m

<0,001

 

 

 

 Tabella 1. Caratteristiche al baseline in tutti i pazienti e associazione con le risposte composite complete.

 

Il 34% aveva una AML secondaria a una pregressa sindrome mielodisplastica (MDS), già trattata con HMA nel 69% dei casi. Le percentuali di risposta sono state coerenti con quanto osservato nella popolazione di pazienti più giovani (risposte composite -CRc- del 57% e remissioni complete del 41%). I tassi di risposta migliori si sono osservati nei pazienti a rischio European LeukemiaNet (ELN) favorevole, con mutazioni di NPM1 e FLT3 e con una leucemia di nuova diagnosi (92, 82, 61 e 73%, rispettivamente), mentre i pazienti con una leucemia recidivata/refrattaria, con una MDS precedente, con un precedente trattamento con HMA, con mutazioni di TP53 e con cariotipo complesso hanno avuto tassi di risposta alla terapia inferiori. Con un follow-up mediano di 7,7 mesi in tutta la popolazione e di 18,6 (range 1-49) nei pazienti ancora vivi, 36 pazienti (23%) sono rimasti in remissione, di cui 31 (20%) sono ancora in terapia. La mortalità a 30 e 60 giorni è stata, rispettivamente, dell'8,5 e del 17%, principalmente dovuta a sepsi o progressione di malattia. La sopravvivenza mediana è stata di 8,1 mesi in tutta la popolazione e di 13,2 mesi nei pazienti che hanno ottenuto una risposta. I pazienti con un rischio favorevole e mutazione di NPM1 hanno una sopravvivenza notevolmente migliore, mentre quelli con rischio intermedio o avverso, cariotipo complesso, mutazione TP53, MDS precedenti ed Eastern Cooperative Oncology Group (ECOG) >3 hanno una sopravvivenza peggiore (Tabella 1). Per quanto riguarda la schedula di VEN, il 66% dei pazienti ha ricevuto la dose standard [400mg (78%) per 28 giorni (77%)] nel primo ciclo, mentre il 72% ha ridotto, nei cicli successivi, il dosaggio, la durata della terapia con VEN (nel 42% dei pazienti) e ha aumentato il tempo di interciclo. Nei pazienti che hanno raggiunto una CRc, la dose finale mediana e la durata di VEN è stata di 200 mg al giorno (range 20–400) per 21 giorni ogni 35 giorni (range 28–84). Il 54% ha ridotto la dose di HMA. I pazienti che hanno ricevuto 28 giorni di VEN durante il ciclo 1 hanno avuto tassi di risposta migliori; tuttavia, questo beneficio perde di significatività quando si esaminano solo pazienti valutabili per risposta e non si traduce in un miglioramento della sopravvivenza. Invece, una volta ottenuta la risposta, una durata di trattamento con VEN più breve (≤14 giorni) è associata a una sopravvivenza migliore (mediana di 14,9 mesi, p=0,0002) (Figura 1). Il trattamento con VEN+HMA è risultato efficace anche in questo sottogruppo di pazienti molto anziani, con aggiustamenti di dose da modulare paziente per paziente per minimizzare la mielotossicità. Gli autori suggeriscono, una volta ottenuta la risposta, di proseguire, come possibile dose ottimale di VEN, con 400 mg al giorno per 14 giorni ogni 35 giorni o 200 mg al giorno per 21 giorni ogni 35.

 OS venetoclax

Figura 1. Curve di sopravvivenza globale in base alla durata di venetoclax.

 
BIBLIOGRAFIA

Madarang E, et al. Venetoclax and hypomethylating agents in octogenarians and nonagenarians with acute myeloid leukemia. Blood Neoplasia 2024; 1: 100016